New York, in mostra le storie dei giornalisti siciliani uccisi dalla mafia

New York, in mostra le storie dei giornalisti siciliani uccisi dalla mafia
“Ucciso perché cercava la verità”. Il quotidiano L’Ora nel 1972 riportava così la morte di Giovanni Spampinato, corrispondente da Ragusa. Come lui, l’Italia riconosce altri otto giornalisti che, mentre indagavano sulla mafia, sono stati assassinati. L’Istituto italiano di cultura di New York ha accolto la mostra sui “Testimoni della verità”, curata dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia, su iniziativa dell’Unione siciliana emigrati e famiglie (Usef), presieduta dal senatore Angelo Lauricella.

A New York sono state commemorate le vittime italiane dell'11 settembre e i giornalisti siciliani uccisi dalla mafia. Della delegazione italiana hanno fatto parte Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia, Roberto Gueli, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Salvatore Li Castri, vicepresidente dello stesso Ordine, Franco Nicastro, consigliere Odg Sicilia e curatore della mostra, Angelo Lauricella, presidente Usef e Graziella Bivona, collaboratrice Usef.
Dopo la commemorazione, i rappresentanti dell’Usef hanno incontrato il Console generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele.
Dieci pannelli (di cui uno introduttivo) dedicati a Cosimo Cristina (trovato morto il 5 maggio 1960 in una galleria ferroviaria nel tratto Termini Imerese-Trabia), Mauro De Mauro (rapito il 16 settembre 1970 a Palermo mentre stava rientrando a casa), Giovanni Spampinato (assassinato il 27 ottobre 1972 a Ragusa da Roberto Campria), Mario Francese (ucciso il 26 gennaio a Palermo), Peppino Impastato (ucciso con una carica di tritolo il 9 maggio 1978 a Cinisi), Giuseppe Fava (morto il 5 gennaio 1984 a Catania), Mauro Rostagno (trucidato il 26 settembre nella sua auto a Valderice), Beppe Alfano (Ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio 1993) e Maria Grazia Cutuli.

Il presidente dell’Odg Sicilia, Roberto Gueli, si è soffermato su Cutuli in particolare, ricordando che è stata uccisa sulla strada tra Jalalabad e Kabul in Afghanistan il 19 novembre 2001, in seguito all’attentato alle Torri Gemelle di qualche mese prima e di cui si è celebrato l’anniversario proprio qualche giorno fa. “Raccontavano storie, intervistavano le fonti e le confrontavano, ma erano scomodi. Queste figure devono servire ai giovani come esempio”.

Dopo essere già stata al Parlamento europeo a Strasburgo, la mostra verrà allestita a quello di Monaco di Baviera.